




Attore doppiatore.
Collaboratore Esterno































































4.09.2023
NEW RELEASE
Street Date: September 8, 2023
Label: Gleam Records AM7023


PIETRO CIANCAGLINI
CONSECUTION
Pietro Ciancaglini
Pietro Lussu
Armando Sciommeri
Chiara Orlando
electric & double bass
Fender Rhodes & piano
drums
vocals
“Le parole sono in essenza suono e rappresentano al meglio solamente l'aspetto razionale di un'idea. Solamente il suono e la concatenazione dei suoni, con le differenti sfumature timbriche, di altezze e intensità, possono suscitare nell' ascoltatore immagini che scaturiscono direttamente dalla sfera più profonda e subcosciente evocando ricordi ed emozioni forti; il suono esiste prima della parola. Questo lavoro è il viaggio che attraversa una parte di vita di un artista e che racchiude tutte le sue esperienze vissute nella sua durata; un passaggio obbligato per l'evoluzione interiore che non ha mai fine. Ogni brano nasce dall'anima, emerge da un luogo nascosto in cui giaceva e affiora spontaneamente senza un particolare sforzo; ha un significato che non è completamente esprimibile a livello razionale, poiché è costituito in essenza da suono e il Suono è Verità che tocca direttamente il "Cuore".
Quest’ultimo lavoro del bassista e compositore romano, interamente costituito da propri brani originali, rappresenta la realizzazione e il compimento del lungo lavoro di introspezione e ricerca dell’artista (dal suo precedente album da leader “Second Phase” ad oggi) in cui ha perfezionato e raffinato il suo approccio strumentale, compositivo e di arrangiamento, sperimentando diverse sonorità timbriche mediante l’utilizzo di particolari combinazioni strumentali, insieme a musicisti con i quali ha condiviso le più importanti e fondamentali tappe già dagli inizi della sua carriera musicale. Ciò che emerge da questo lavoro, oltre al grande spessore delle composizioni e degli arrangiamenti, è la raffinata ecletticità di Pietro Ciancaglini nell’assumere la doppia veste di contrabbassista e bassista elettrico, laddove l’utilizzo del basso elettrico viene da lui adoperato simultaneamente come strumento d’accompagnamento e come strumento solista, puntando a creare situazioni sempre diverse: dai temi articolati su strutture armonico-ritmiche originali e non convenzionali, a momenti di spiccata melodia, ad altri di improvvisazione totale. Le sonorità elettriche ed acustiche si compenetrano a vicenda creando un “sound” unico. Importante è il ruolo della voce, utilizzata come strumento a completamento dell’ impasto timbrico.
Personnel
Pietro Ciancaglini – electric basses (Fender jazz bass, 6-strings electric bass, 5 strings fretless bass), double bass (tracks 5, 10), keyboards (tracks 5,8)
Pietro Lussu – Fender Rhodes (tracks 1,2,3,4,7,9) & piano (tracks 5,6,8,10) Armando Sciommeri – drums
Chiara Orlando – vocals (on tracks 2,5,6,8,9,10)
Recording Data
Recorded & mixed at ExtraBeat Recording Studio, Roma (Italy) Sound Engineer: Clive SImpson Mastering at Sear Sound – New York (USA) Sound Engineer: Jeremy Loucas Booklet Photo: Massimo De Dominicis Artwork & Graphics: Studio Clessidra Produced by GleAM Records Printed in Italy 2023 EAN 8059018220230 Catalogue Number AM7023


18.09.2023
INTERVISTA Di ANTONIO SIMMINI. Per
Blueslineradio.com
1 - Pietro Ciancaglini stimato contrabassista jazz, giorni fa è uscito il singolo "Big Souls" brano che in rotazione sulla nostra radio (blueslineradio) ha ricevuto ottimi consensi da appassionati del genere, a breve vedrà la luce il tuo Album (Consecutio), parlaci un pò di questa fatica, innovazioni sperimentazioni ed impressioni per questo lavoro di alto valore artistico e musicale. La tua band la complicità l'importanza. Il tuo Amore per la musica in breve come nasce, raccontati.
Ogni opera artistica, secondo il mio punto di vista, generalmente nasce dopo una fase di "lavorazione" interiore, nel quale concorrono tanti fattori: personali, caratteriali e prettamente artistico-stilistici. Le creazioni artistiche, quando hanno uno spessore consistente, scaturiscono da momenti importanti della vita dell'autore. Ci possono essere anche belle creazioni dettate da modus operandi di maniera (anche io ho scritto diverse composizioni "ad hoc" per alcuni album), ma l'impulso di creare un progetto discografico a mio nome è sempre arrivato dopo un periodo molto significativo della mia vita, ed è per questo che tra un lavoro e l'altro lascio passare spesso molto tempo. Quest' ultimo mio lavoro, "Consecutio", è un fiume che sfocia da diversi affluenti: l'evoluzione delle mie tecniche compositive sviluppate da diversi anni a questa parte che mi ha portato a scrivere brani spesso non convenzionali; la rinnovata passione per il basso elettrico che mi ha fatto approfondire la tecnica e l'espressività su questo strumento con le sue peculiarità; la mia ricerca stilistica riguardo all'improvvisazione applicata su strutture e successioni armoniche non funzionali; il desiderio di mettermi in gioco come leader e come solista; e infine la voglia di portare tutte queste mie fatiche sull'altare della memoria di mia madre scomparsa appena 2 anni fa. Quando si tratta di lavori così importanti è necessario avere la band giusta che ti accompagna. I componenti del gruppo, in questo mio caso, non solo devono essere bravi ma devono anche avere la giusta empatia verso il lavoro che gli è stato affidato. Non è semplice, perché spesso si tende ad avere cura solo delle proprie cose e quindi appassionarsi ad una creazione artistica che non è prettamente la tua, denota un grande slancio di generosità e di amore. Con Armando Sciommeri e Pietro Lussu abbiamo condiviso i momenti più importanti delle nostre carriere iniziate circa 30 anni fa … sono dei veri e propri amici. Chiara Orlando è una bravissima cantante e una musicista molto preparata ed è anche mia moglie. Poi Francesco Poeti (che mi affianca nei live) è un altro musicista straordinario dotato di grande tecnica strumentale ed estrema sensibilità umana.
A mio avviso uno dei fattori più innovativi e originali di questo progetto è la presenza in contemporanea del basso nella sezione ritmica e come strumento solista (incredibilmente i timbri si impastano benissimo trasmettendo all'ascoltatore potenza e vitalità), inoltre la compresenza di acustico ed elettrico crea un sound originale ricco di atmosfere diverse e suggestive.
Il mio amore per la musica nasce quando avevo circa 11 anni nel momento in cui ho abbracciato per la prima volta il basso elettrico. Questo è stato lo strumento con cui ho avuto modo di esprimermi inizialmente e con il quale ho acquisito le fondamentali competenze musicali. A quest' età i miei ascolti erano incentrati sul rock progressivo inglese degli anni '70 (Genesis, King Crimson, Jethro Tull, Gentle Giant, Van der graaf Generator) ma anche italiano. Contemporaneamente ascoltavo molta musica jazz-fusion (soprattutto chitarristi) come Pat Metheny, Uzeb, Allan Holdsworth, Mike Stern, Scott Henderson; poi il jazz elettrico di Jaco Pastorius, Weather Report e Miles Davis. Successivamente con il contrabbasso ho approfondito la conoscenza del jazz e allo stesso tempo ho intrapreso gli studi classici diplomandomi al Conservatorio. Ho esordito come bassista elettrico all'età di 15 anni e successivamente anche come contrabbassista all'età di 17 anni in diverse formazioni romane fino ad inserirmi propriamente nell'ambito lavorativo della scena jazzistica italiana.
2 - Oggi come descrivi il tuo genere musicale.
La musica che scrivo è Jazz così come il linguaggio con cui mi esprimo con lo strumento … certamente un Jazz moderno in cui sono presenti diverse influenze e contaminazioni ma che mantiene le caratteristiche fondamentali proprie di questa musica: la componente ritmica di matrice africana con le sue evoluzioni, il senso del linguaggio swing nelle melodie e nelle improvvisazioni, l'assetto armonico e delle forme.
3 - La tua ispirazione quando crei una musica, dove spazia la tua mente.
Quando creo musica utilizzo tecniche e procedimenti compositivi da me già sperimentati e assodati e generalmente prendono il via da una scintilla di ispirazione … un impulso, diciamo pure, che proietta la mia mente in uno spazio aperto dove il pensiero riposa.
4 - A chi ti sei ispirato per il Tuo percorso artistico cantante o gruppo.
Dal punto di vista della composizione il mio modello più rappresentativo è Tom Harrell. Dal punto di vista strumentale e stilistico ho preso dai grandi bassisti della tradizione jazzistica come Oscar Pettiford, Ray Brown, Charles Mingus, Paul Chambers, Red Mitchell, Scott LaFaro, Niels Pedersen, Jaco Pastorius, Victor Bailey, ma non solo … ho ascoltato molto trombettisti, sassofonisti, chitarristi e pianisti … faccio alcuni nomi: Kenny Dorham, Lee Morgan, Freddie Hubbard, Woody Shaw, Tom Harrell, Charlie Parker, Cannonball Adderley, John Coltrane, Joe Henderson, Bob Berg, Michael Brecker, Barney Kessel, Tal Farlow, Jim Hall, Oscar Peterson, Bill Evans, Red Garland, McCoy Tyner.
5 - Il tuo miglior pregio? Il tuo "miglior" difetto?
Il mio miglior pregio credo che sia la perseveranza e la serietà in quello che faccio. Il mio "miglior difetto" invece potrebbe essere la perenne insoddisfazione che mi porta a voler sempre fare meglio.
6 - Se potessi trascorrere un giorno con un Artista nel tuo campo (vivo o morto) chi sceglieresti ... e cosa gli chiederesti.
Vorrei trascorrerlo con John Coltrane perché credo fosse una persona molto umile, profonda e allo stesso tempo spirituale. Gli chiederei semplicemente un suo punto di vista riguardo l'esistenza e il mondo che ci circonda o comunque mi basterebbe semplicemente ascoltarlo parlare.
7 - Quanti sacrifici bisogna compiere per arrivare ad un punto di svolta di una carriera ....
Dipende dai punti di svolta … se si tratta di voler diventare un ottimo musicista bisogna studiare tanto e poi, a seconda del talento che si possiede, si arriva certamente a traguardi soddisfacenti commisurati alle proprie capacità … comunque i risultati sono certi. Se invece si vuole diventare ricchi e famosi … non saprei … credo che sia qualcosa che abbia a che fare con il destino.
8 - Un tuo pensiero sulla musica di oggi e sulla new generation, vedi cambiamenti oppure cosa ci vuole per riscoprire i valori di una volta.
Quando penso alla musica di oggi in generale mi vengono in mente alcuni termini negativi: quantità, ripetitività, banalità; e altri positivi: energia, freschezza, vitalità. È lo specchio della nuova generazione e dei tempi di oggi. Riguardo il Jazz, invece, ci sono una gran quantità di bei progetti ma non sanno dove andare … c'è troppo poco spazio per essere inseriti.
Per riscoprire i valori di una volta bisognerebbe fermarsi un attimo e mettersi seduti ad ascoltare dei bei dischi, a leggere dei buoni libri e a riflettere sulla vita.
9 - Cosa guardi in proiezione per il tuo lavoro di musicista ... oltre lo studio, esplorazioni ... sperimentazioni ... innovazioni oppure ...!!! Altro.
Generalmente non proietto così in avanti il pensiero. Seguo semplicemente quello che accade pensando al momento presente. Di base studio sempre e, al momento opportuno, arriva lo stimolo per scrivere nuova musica e mettere su un nuovo progetto. Quindi, a quel punto, subentra la proiezione e quindi pianifico la preparazione del lavoro, la registrazione, l'organizzazione del live, la promozione ecc.….
Innovazioni e sperimentazioni se arrivano naturalmente va anche bene, altrimenti l'importante è fare qualcosa di autentico.
10 - C'è stato un momento, qualcosa che ha cambiato la tua vita.
A me personalmente no. Le esperienze della vita, soprattutto quelle più dure, hanno gradualmente cambiato il mio modo di vedere le cose e mi portano tuttora ad avere maggiore sopportazione quando sopraggiungono fattori spiacevoli. La conoscenza delle persone e la riscoperta di quelle che già conosco mi arricchisce sempre interiormente.
11 - La musica come Arte; Secondo te può essere concepita come esibizione tecnica mondana, oppure come espressione e comunicazione adeguata alle proprie emozioni.
Secondo me la musica finalizzata all'esibizione tecnica mondana può essere tutt'al più un buon "artigianato" quando è fatta bene; invece diventa Arte quando esprime la vita di chi la fa.
12 - La musica come veicolo di messaggio ... tu ... come intendi trasmettere un messaggio per chi ti segue ed ascolta.
È molto semplice … per trasmettere un messaggio a chi ti segue ed ascolta devi semplicemente suonare. La musica è la forma di comunicazione più alta che esista ed esprime perfettamente e meglio delle parole quello che sei.
13 - Una frase una citazione che non dimentichi mai!
"Non fare mai agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso" ... oppure … "L'altro è te stesso" ... oppure (un po' più dozzinale) ..."Vivi e lascia vivere ".
15 - Progetti per il futuro ... il tuo sogno nel cassetto.
Come detto prima, non faccio progetti a lungo termine. Al momento voglio suonare ed esprimermi da bravo artista con il mio progetto "Consecutio" e, dopo questo, con gli altri che verranno. Il mio sogno nel cassetto … il Samadhi.



6.09.2023



Sabato 9 settembre Francesco Cavestri prenderà parte alla rassegna musicale “La Strada del Jazz” di Bologna in Piazza Maggiore, uno dei festival più caratteristici della città che si distingue per l'unicità nella posa delle stelle di marmo dedicata ai grandi interpreti del Jazz. Quest’anno la stella porterà il nome del leggendario pianista Bill Evans icona del jazz divenuta fonte di ispirazione per innumerevoli artisti e produttori anche afferenti al mondo dell’hip hop.
Francesco Cavestri, accompagnato dal bassista Riccardo Oliva e dal batterista Joe Allotta, si esibirà in Piazza Maggiore a Bologna sabato 9 settembre alle 17.30, subito dopo la posa della stella in via Orefici. Durante il live gli sarà inoltre assegnato il “Premio Strada del Jazz” dedicato alle personalità legate al mondo musicale del jazz e alla città di Bologna.
Il concerto, intitolato per l'occasione “Early 17 tra jazz e hip hop: l’eredità musicale di Bill Evans”, attraverserà diverse atmosfere musicali: dalla presentazione di alcuni brani originali di Francesco Cavestri contenuti nel suo album Early 17, ad altri appartenenti alla scena hip-hop, new-soul e jazz degli ultimi anni a cui appartengono anche gli altri due musicisti, fino a reinterpretazioni e tributi a giganti come Bill Evans, John Coltrane, Radiohead e la presentazione di una colonna sonora originale che Francesco Cavestri ha realizzato di recente per RaiPlay Sound, il tutto in una continua ricerca dell’innovazione e di un sound all’avanguardia.
“Il jazz è di per sé un genere che va oltre i generi” dice Cavestri “la naturalezza tipica del jazz segue a uno studio attento, un approfondimento, una consapevolezza…che permette di spingersi fuori dai confini, esplorare” dice Francesco in un’intervista per Rai Radio 1.
"il mio desiderio è che i giovani si avvicinino al jazz con la consapevolezza che è alle radici dei generi che ascoltano, che ascoltiamo, tutti i giorni", queste parole di Francesco, come pure il leitmotiv della sua musica, sono le basi su cui si articola il progetto, con il jazz a fungere da fulcro creativo di una ricerca sonora che indaga a fondo le sue ramificazioni e che sarà l’occasione per festeggiare con il rinomato “Premio della Strada del Jazz” ideato da Paolo Alberti per la città di Bologna.
Francesco Cavestri TRIO
Francesco Cavestri, pianoforte e tastiere
Riccardo Oliva, basso
Joe Allotta, batteria
Red&blue music relations

Agenzia di comunicazione musicale, Red&blue music relations
di Marco Stanzani
Via Giuseppe Garibaldi 3, Bologna - Italia
Blueslineradio 4 chiacchere con,Francesco Cavestri
Personaggio di spicco in Italia ed in giro per il mondo nel genere Jazz , sabato 9 settembre prenderai parte ad un importante rassegna musicale( la strada del jazz) puntata dedicata al grande pianista Bill Evans sarai insieme a Riccardo Oliva e Joe Alotta, compagni di viaggio...raccontati un po.. , parlaci delle tue esperienze newyorkesi le tue collaborazione di alto livello , come nasce il tuo amore per la musica.
1) Early 17 tra jazz e hip pop/ l importanza delle contaminazioni,
Nel creare nuove atmosfere esplorando e sconfinando nella ricerca continua di nuove sonorità in evoluzione , per un musicista come te ha questa priorità come progetto ?
Sì certamente, quella dell’esplorazione di più generi e già linguaggi è una caratteristica fondamentale della mia musica. È una necessità che sento quando creo, produco e compongo, quella di mescolare insieme stili e riferimenti divers, sia nei brani originali che negli arrangiamenti che propongo di brani già esistenti. Un esempio eccellente è una versione di un brano del grande sassofonista John Coltrane, chiamato Naima, che io ho riarrangiato unendolo a un brano dei Radiohead, chiamato Everything In Its Right Place. Questo brano sarà contenuto nel mio prossimo album in uscita, in cui esploro ulteriormente i rapporti tra jazz e musica elettronica.
2) Oggi come descrivi il tuo genere musicale?
È una domanda molto interessante, in quanto non credo di possedere una risposta completa. Ovviamente la mia musica parte dal jazz e torna al jazz, quello che succede in mezzo è un insieme di tutto ciò che ascolto e che poi metabolizzo trasformandolo in creazione musicale. C’è una forte componente hip hop (che mi accompagna in maniera massiccia anche lungo il mio primo album ”Early 17”), ma importanti sono anche le incursioni nella musica elettronica e in atmosfere r&b, tipiche del jazz-fusion contemporaneo.
3) La tua Ispirazione quando crei una musica ,dove spazia la tua mente?
Dipende essenzialmente da tre fattori (non in ordine di importanza): il primo è la musica che ascolto nel determinato periodo in cui sto producendo: quello che ogni musicista ascolta ha un impatto fortissimo, anche a livello inconscio, su quello che poi compone e crea, dunque due miei brani possono avere sonorità anche molto diverse a seconda di quelli che sono gli stimoli dei rispettivi momenti in cui li scrivo e registro. Il secondo fattore è lo strumento che mi trovo davanti ad adoperare: la musica che scrivo e le melodie che mi vengono in mente quando sono al pianoforte hanno caratteristiche molto diverse da quando sto utilizzando la tastiera e il computer o un campionatore. Questo permette di giovare di una notevole variabilità musicale e di una ricchezza di idee che rende la musica, a mio avviso, ogni volta interessante e inedita, innovativa. Per questo il secondo album, nonostante il mio tocco e il mio modo di suonare il pianoforte mantengano sempre un ruolo centrale, presenta sonorità anche molto diverse rispetto al primo.
4) A chi ti sei ispirato per il Tuo percorso artistico cantante o gruppo?
Le mie fonti di ispirazioni sono innumerevoli, appartengono a svariati generi ed epoche, ma la cosa più importante è che sono in continua evoluzione. Gli artisti che per primi hanno avuto un forte impatto sulle mie scelte musicali sono stati senza dubbio Bill Evans (bello che io domani entri spiritualmente in contatto con lui suonando in una rassegna a lui dedicata) e Miles Davis, entrambi dotati di un lirismo straordinario e di un suono dolce e avvolgente. Successivamente ho scoperto pianisti come Chick Corea, Michel Petrucciani e Herbie Hancock; quest’ultimo mi ha fatto comprendere l’importanza di evolvere costantemente il proprio linguaggio e il proprio stile, esplorando di volta in volta sonorità nuove. Con Robert Glasper sono arrivato a comprendere i punti in comune tra il jazz e un genere apparentemente così diverso come l’hip hop. L’ascolto di Robert Glasper mi ha permesso di sviluppare un’estetica pianistica di stampo moderno, rivolta alle incursioni di sonorità hip hop e r&b. Un'ulteriore evoluzione è stata la scoperta definitiva di artisti di stampo tipicamente hip hop (come J Dilla, Madlib, ma anche Kanye West, Anderson Paak, Mac Miller, Kendrick Lamar, Tyler the Creator) e di musica elettronica (Kaytranada, Four Tet, Floating Points, FKJ, Jamie xx, Bonobo). Tutte sonorità estremamente interessanti che purtroppo in Italia finora si sono sentite poco, è ora di portarle in auge anche nel nostro paese!
5) Il tuo miglior pregio ?/ il tuo miglior difetto?.
Il mio miglior pregio credo che sia l’ossessività che metto nella musica che faccio e che studio. Ci sono brani su cui ho lavorato per ore e ore di fila senza alzarmi neanche per mangiare. Non capita sempre, ma quando succede è una bella sensazione, perché significa che hai talmente chiaro in tasta il suono da ottenere che non interrompi neanche per un istante il flusso creativo. Il mio miglior difetto ritengo sia la tendenza ad assorbire continuamente impulsi musicali nuovi e diversi. Lo considero un difetto perché porta con sé il rischio di perdere la propria “rotta” musicale in favore di un cambiamento radicale e costante. Per far sì che sia un pregio bisogna che questi impulsi e ispirazioni sempre diverse vengano sintetizzate in un linguaggio proprio che renda l’artista sempre riconoscibile.
6 ) Se potessi trascorrere un giorno
Con un Artista nel tuo campo ( vivo o morto) chi sceglieresti..e cosa gli chiederesti?
Robert Glasper senza dubbio… gli chiederei di andare in studio insieme e registrare (io al piano e lui alle tastiere o viceversa) un brano che ho scritto qualche mese fa e che è perfetto per il suo stile!
7 ) Quanti sacrifici bisogna compiere per arrivare ad un punto di svolta di una carriera.....?
I sacrifici, quando coincidono con quella che è la propria passione, perdono la connotazione negativa implicita nel significato stesso di sacrificio. L’impegno che comporta portare a termine un percorso di liceo classico contemporaneamente al Conservatorio, all’uscita di un disco e all’organizzazione dei concerti diventa carica di energia costante per l’anima. Sui sacrifici necessari per raggiungere un punto di svolta di una carriera… quando ci arriverò te lo saprò dire ;)
8 ) Un tuo pensiero sulla musica di oggi e sulla new generation, vedi cambiamenti oppure cosa ci vuole per riscoprire i valori di una volta?
Le nuove frontiere di fruizione musicale hanno certamente impattato sul modo in cui si ascolta la musica e sulla qualità della stessa.
Ma ancora più di questo, credo che sia la scuola a ricoprire un ruolo fondamentale e, da diversi anni a questa parte, assolutamente carente. L’illuminista Denis Diderot diceva che per ogni scuola che insegna come creare la musica ce ne vorrebbero altrettante che insegnano come ascoltarla. L’assenza pressoché totale dell’educazione musicale all’interno dei tradizionali percorsi scolastici è parte responsabile di una svalutazione progressivamente crescente del ruolo del musicista e del colto di musica. Ennio Morricone nella sua, pur breve, attività parlamentare si è impegnato attivamente nel riconoscimento della musica come materia curricolare fin dai primi cicli di studi. D’altronde, esiste lo studio della storia dell’arte, e chi l’ha stabilito che nella parola “arte” nella scuola sia compresa solo quella visiva
9) Cosa guardi in proiezione per il tuo lavoro di musicista.. oltre lo studio.esplorazioni... sperimentazioni.. innovazioni oppure..!!! Altro
Ho in mente la pubblicazione di un libro per proseguire con il mio doppio percorso di musicista e divulgatore del jazz e dei suoi incontri con alcuni generi derivati diretti, come l’hip hop o la musica elettronica. È un tema in cui credo molto e che ho approfondito anche con gli studi a Berklee College di Boston e sono diventati oggetto di tesi di laurea al Conservatorio . Ora sto per realizzare anche un progetto che coinvolge musica e cinema: ho prodotto un brano costruito intorno al monologo di Steiner tratto da “La Dolce Vita”, capolavoro di Federico Fellini. Il 31 ottobre ricorreranno i trent’anni dalla morte del grande regista e per l’occasione sto realizzando, insieme a una giovane troupe di talentuosi ragazzi romani, un cortometraggio costruito proprio sul mio brano. Questo brano, insieme al corrispettivo video, faranno parte del mio album di prossima uscita (nel quale è anche contenuto un brano insieme al grande Paolo Fresu) . Niente male dai, ma ovviamente ad maiora!
10 ) C'è stato un momento qualcosa che ha cambiato la tua vita?
L’incisione del mio primo album. È durante quelle sessioni di registrazione, avvenute nel gennaio 2021, che ho capito profondamente che la mia vita non poteva essere altro se non la musica. Prima si trattava “solamente” di una passione, a cui dedicavo ovviamente tutto me stesso; da quelle prime sessioni di registrazione in poi è scattato qualcosa. Tutto ciò è stato ulteriormente alimentato dall'incontro con grandi artisti che si sono rivelati per me dei mentori, come Fabrizio Bosso o Paolo Fresu, ma anche lo stesso Teo Ciavarella che mi ha accompagnato nel mio percorso di studi in Conservatorio.
11 ) La musica come Arte;
Secondo te può essere concepita come esibizione tecnica mondana
/ Oppure come espressione e comunicazione adeguata alle propie emozioni.
La performance musicale è un misto di queste due componenti. È indubbio che la tecnica abbia la sua rilevanza (come del resto avviene in tutte le discipline artistiche, ma non solo), tuttavia bisogna stare molto attenti, soprattutto nella contemporaneità che venera la tecnica, a non porla in posizione privilegiata rispetto all’espressività e alla comunicazione emotiva che deve essere primaria nella musica. Al contrario, la tecnica deve essere al servizio dell’emozione, e tutto ciò che la riguarda deve avere come scopo unico quello di sopraelevare la ricezione estetica ed emotiva della musica che si va a proporre. Gli artisti sono sulla terra per creare bellezza. E la bellezza si manifesta attraverso le emozioni, le quali si servono della tecnica, senza però essere esse stesse la tecnica.

12) La musica come veicolo di messaggio.. tu.. come intendi trasmettere un messaggio per chi ti segue ed ascolta?!
Il messaggio ultimo che voglio trasmettere con la mia musica è far comprendere come tutti i generi oggi maggiormente ascoltati e cosiddetti “di tendenza” non nascono per caso, ma hanno origini e “madri” ben precisi. L’hip hop è uno stile musicale che ha tantissimi punti in comune con il jazz e che, anzi, ha origine direttamente dal jazz. La musica elettronica, altro genere estremamente in voga da almeno quaranta anni a questa parte, ha modificato sensibilmente le proprie sonorità nell’incontro con musiche cosiddette colte come il jazz o la musica contemporanea. La missione, in sostanza, è far conoscere e apprezzare ai giovani anche quei generi da loro poco frequentati e battuti, sono in realtà alla base di tutto ciò che oggi ascoltano e apprezzano con grande assiduità.
13) Una frase una citazione che non dimentichi mai!
“Quando suoni una nota sbagliata, è la nota successiva che la rende giusta o meno” Miles Davis. Questa frase mi piace perché sintetizza l’essenza del jazz, ovvero una musica che apre le porte a qualsiasi soluzione di linguaggio, anche a quelle che a primo acchito potrebbero sembrare sbagliate, l’importante è sempre quello che viene dopo, perché può ogni volta giustificare ciò che lo precede.
14 ) Progetti per il futuro..il tuo sogno nel cassetto.
Ora ho due album da pubblicare: uno che contiene diversi inediti e che presenta il featuring tra gli altri di Paolo Fresu e un altro che raccoglie la colonna sonora che ho registrato per il Podcast “Una Morte da Mediano”, ideato e diretto dal regista e giornalista Filippo Vendemmiati. Queste due pubblicazioni spero di poterle presentare in giro il più possibile, andando a suonare in quei festival che frequento fin da bambini e in alcuni dei quali mi sono già esibito. Un sogno nel cassetto è anche quello di affrontare delle tournée all’estero, magari proprio negli Stati Uniti dove ho già fatto qualche concerto e dove ho studiato, e proseguire la mia attività di compositore di colonne sonore, che ha visto un felice esordio proprio con il Podcast Raiplay.
13.09.2023
“MAMMA, QUI COMANDO IO”
IN OCCASIONE DEL NUOVO FILM DI FEDERICO MOCCIA
DAL 14 SETTEMBRE 2023
SULLE PIATTAFORME DIGITALI DI STREAMING
LA COLONNA SONORA

Giovedì 14 settembre 2023, giorno di uscita in tutte le sale cinematografiche del nuovo film di Federico Moccia “Mamma, qui comando io”, esce in digitale la colonna sonora originale prodotta da Joseba Label composta da 4 brani inediti ed uno riarrangiato per l'occasione.
La colonna sonora di “Mamma, qui comando io” è composta 4 brani inediti prodotti per l'uscita del film (“Noi tre” interpretata da Alessio Selvaggio, “I am THE BOSS” e “Inizia la festa” interpretate da Ivan Granatino, “Mille Luci” interpretata da Silvia Salemi) e un brano già edito ma in una nuova veste per l'occasione e scelto da Federico Moccia (“Ti voglio bene di Giovanni Segreti Bruno”).
Spiega Gianni Testa, direttore artistico di Joseba Label: «Sono fiero e orgoglioso che Federico Moccia e Francesco De Blasio, produttore del film, abbiano deciso di affidare l'intera colonna sonora a Joseba Label, affrontando così con noi questa nuova avventura. Per noi questa colonna sonora è stata un bambino da partorire, allevare e portare fino alla sua maturità con l'uscita nelle sale. Ci sono state delle pre uscite per poter assaporare il mondo musicale che abbiamo creato intorno alle immagini del film, infatti il 1° settembre è stato rilanciato “Ti voglio bene” di Giovanni Segreti Bruno e l'8 settembre è uscito “Noi tre” interpretato da Alessio Selvaggio. Federico questa volta si è veramente superato, questo film è speciale per il grande messaggio d'amore che contiene».
Joseba Label, giovane editoriale indipendente, nasce dall’esigenza di aggregare artisti e produrre arte che non cerca né schemi né numeri, ma vibrazioni.
L’obiettivo è stato quello di creare uno spazio fisico e discografico pronta a ospitare artisti capaci di comporre opere musicali che sappiano guardare il mondo come un ambiente pieno di colori, da cui trarre nuove emozioni per gli ascoltatori. Di recente ha distribuito l’ultimo singolo di Nick Sick e Blue Virus, che ha centrato vari inserimenti in playlist editoriali nei principali DSP.
Joseba Label sta producendo MonnaElisa, la vincitrice di Area Sanremo 2022, e il giovane cantautore Giovanni Segreti Bruno, reduce come autore dal successo del brano della cantante internazionale Anggun e Lorenzo Licitra, vincitore di Xfactor 2017 “Eli Hallo”, prodotto e distribuito dalla stessa etichetta romana.
Anche Valeria Marini ha scelto casa Joseba per il suo tormentone estivo “Baci Stellari”.
È stata pubblicata e prodotta anche Alma Manera con “Il Cigno”, opera unica con all’interno del videoclip immagini inedite di Carla Fracci.
press@redblue.it
Ufficio Stampa - Red & Blue Music Relations





22.09.2023
"DIAMONDS ON THE ROAD"
IL NUOVO DOPPIO ALBUM DI ERJA LYYTINEN ESCE IL 6 OTTOBRE

Anticipato da una serie di incredibili singoli come “You Talk Dirty” e la stessa “Diamonds On The Road”, esce il 6 Ottobre il nuovo disco di Erja Lyytinen, cantante e chitarrista finlandese di fama internazionale, maestra dello stile slide, con una carica di energia unica e pronta a conquistare il pubblico italiano ed Europeo.
Il nuovo album dal titolo “Diamonds On The Road” nasce dal volersi riappropriare della dimensione dei concerti live, quell’emozione di essere senza rete di sicurezza e con una sola possibilità di catturare quei momenti perfetti e preservarli per sempre.
IL NUOVO ALBUM ‘DIAMONDS ON THE ROAD’

Il disco “Diamonds On The Road” segna il quarto lavoro dal vivo di Erja Lyytinen e fa seguito a “Songs from the Road”, “Live in London” e “Lockdown Live”. L'album è il primo concerto della famosa chitarrista per catturare l'esperienza dal vivo nel periodo post-Covid.
«“Diamonds on the Road” è stato registrato verso la fine del nostro tour primaverile, nel marzo 2023», afferma Erja «Abbiamo suonato dieci show di fila, di cui otto erano esauriti. La band aveva una buona energia e le canzoni scorrevano fluenti».
Parlando del suo nuovo album-concerto, la Lyytinen ha detto: «Quando suoni dal vivo, hai un solo momento per farlo bene, e poi quell’attimo se ne è già andato. Non ci sono possibilità di correzioni successive, quindi è contemporaneamente molto difficile ed emozionante. L’adrenalina ti scorre per tutto il corpo ed il pubblico e tutto ciò che ti circonda influenza le tue prestazioni».
Il sound in continua evoluzione della Lyytinen dipende anche dal suo parco chitarre, che la vede passare da Telecaster a Stratocaster senza difficoltà, e la scelta dei brani ha visto la ripresa di “You Talk Diry” pubblicato per la prima volta 20 anni fa, oltre a misurarsi anche con Jimi Hendrix con “Crosstown Traffic” e a dedicare un pezzo ad un opera dell’artista finlandese Pekka Halonen, che ispirandosi ad una saga finlandese ha assunto tonalità folk metal.
“Diamonds on the Road – Live 2023”, il nuovo doppio album di Erja Lyytinen, uscirà il 6 Ottobre, il primo singolo “You Talk Dirty” è uscito 12 Luglio, ed il nuovo singolo, “Diamonds On The Road”, il 13 Settembre.
Links video:
Crosstown Traffic -
Diamonds On The Road -
You Talk Dirty -

CHI È ERJA LYYTINEN

Erja Lyytinen è una delle chitarriste blues-rock più importanti nel circuito dei tour internazionali. Nel corso di una carriera discografica durata 19 anni, ha pubblicato dodici album in studio e diversi album dal vivo.
La tavolozza musicale di Lyytinen è vasta e comprende il meglio del blues-rock contemporaneo, ispirato e influenzato dai grandi del blues di un tempo. L'ultimo album “Waiting for the Daylight”, del 2022 ed è arrivato al 3° posto nelle classifiche ufficiali degli album fisici finlandesi e al 14° posto nelle classifiche IBBA di ottobre nel Regno Unito.
Il primo singolo uscito dall'ultimo studio di Erja, “Bad Seed”, è stato scelto come tredicesima miglior canzone rock dell'anno da Classic Rock Magazine. Inoltre, l'assolo di chitarra di Lyytinen da "Bad Seed" ha raggiunto il 10° posto nel sondaggio dei lettori del 2022 come miglior assolo di chitarra di Guitar World.
Tra i vari riconoscimenti il secondo posto nel sondaggio “10 Best Guitarists Now” di Total Guitar Magazine e il premio come “Miglior chitarrista” agli European Blues Awards 2017.
Erja è stata la prima artista finlandese nominata ai Maple Blues Awards canadesi nella categoria B.B. King International Artist of the Year.
Il 6 dicembre 2022, Giorno dell'Indipendenza in Finlandia, la Lyytinen è stata cordialmente invitata al Castello Presidenziale e nella prima metà del 2023 ha pubblicato l'ultima puntata della sua serie di libri per lezioni di chitarra.
Il sound di Erja Lyytinen si è evoluto nel corso degli anni. Partendo dalle sue tradizionali radici blues è andata avanti contemporaneamente con uno stile orientato all'hard rock, mantenendo sempre quel suono blues al centro di tutto ciò che fa. «Il mio sound è cambiato dall’ultima registrazione dal vivo. Il mio modo di suonare ha più elementi e sfumature hard-rock», conferma la bravissima chitarrista.
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Ufficio Stampa A-Z Press
